Parco Naturale dell'Etna
La Strada Provinciale
S.Alfio - Linguaglossa - Rifugio Citelli
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CARATTERISTICHE STRADALI
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Anche questo
splendido percorso si inerpica sui fianchi del Monte Etna fino a quota 1.750 ma
con caratteristiche stradali e panoramiche molto diverse dalla precedente Sp. 92
anche se egualmente spettacolari e affascinanti.
Il percorso si snoda interamente all'interno del Parco dell'Etna sul fianco N.E.
del Monte partendo dal delizioso centro di S. Alfio in direzione della località
Linguaglossa per poi salire fra curve e tornanti fino al Rifugio Citelli, quindi
il seguente tratto in discesa ci riconduce alla località di partenza.
Come già accennato questo percorso presenta caratteristiche stradali molto
diverse dalla Sp. 92, infatti tutto il primo tratto, S.Alfio - Linguaglossa è
praticamente pianeggiante anche se a quota di circa 600 mt. di altitudine.
Le caratteristiche stradali di questo primo tratto sono decisamente buone sia come fondo stradale che
come segnaletica, completa assenza di tornanti, soltanto piacevolissime curve
dal raggio molto ampio con traffico decisamente scarso e assenza di automezzi pesanti.
Il panorama che ci accompagna in questo primo tratto invece riveste
caratteristiche veramente rare, sicuramente eccezionali, forse uniche.
Sul lato sinistro ci accompagna sempre l'imponente mole del Vulcano, di fronte a noi,
proprio in direzione della strada che percorriamo, fa da sfondo la frastagliata
catena montuosa dei Monti Nebrodi, sul lato destro della strada l'azzurro del
Mar Ionio e più lontana sullo sfondo, quasi sfumata, la costa calabra.
Sicuramente sono sufficienti queste poche righe per illustrare l'assoluta
rarità di tale panorama.
Tale splendore sembra anche gestito da una singolare regia, assolutamente
naturale, lunghi filari di abeti e castagni celano a tratti tale spettacolo,
riaprendolo improvvisamente come l'alzarsi di un sipario.
E' quasi istintivo passare dalla manopola dell'acceleratore alle leve dei freni.
Si raggiunge così l'abitato di Linguaglossa che si attraversa con estrema
facilità raggiungendo in breve le indicazioni per il Monte Etna, Mareneve e
rifugio Citelli.
Il tratto di percorso che ancora ci attende probabilmente non ha eguali in tutta la Sicilia,
un vero condensato di meraviglie tutte diverse fra loro che contribuiscono
a rendere questo percorso assolutamente unico, senza confronti.
Il fondo stradale è ottimo, le curve piacevolissime e per nulla impegnative, i
tornanti con un raggio così
ampio che si possono tranquillamente affrontare
anche in terza, il grip sempre da riferimento.
Senza nemmeno rendersi conto superiamo quota 1.000 immersi in una atmosfera
assolutamente sconosciuta agli agglomerati urbani e in tutti i luoghi dove
siamo abituati a vivere, siamo in pieno Parco dell'Etna e in questi luoghi i termini come 'inquinamento'
atmosferico e sonoro, 'polveri sottili', 'smog', ecc. sono assolutamente
sconosciuti, forse incubi di altri pianeti.
I panorami che ci accompagnano nella salita sono difficilmente descrivibili sia per vastità che per varietà,
realmente un termine di paragone assoluto.
I monti Nebrodi ora si stagliano imponenti e frastagliati dinanzi a noi, l'azzurro
del Mar Ionio chiaramente delimita l'Isola dalle coste Calabre, lontanissime valli si
distendono ai piedi di questi Monti, potrebbe davvero sembrare un paesaggio finto preparato per
la sceneggiatura di un film.
Continuando nella salita ci dirigiamo verso la Piana Provenzana dove troveremo uno spettacolo tanto unico quanto inatteso:
un bosco di pini pietrificati che si erige spettrale su un'irreale e altrettanto incredibile fondo nero opaco, il contrasto è violento l'immagine davvero inusitata.
Un'imponente colata lavica in tempi recenti ha attraversato un bosco di pini determinando uno spettacolo davvero inusitato.
Anche questo caso preferiamo affidarci alle immagini per meglio rendere la spettacolarità del luogo.
Riprendiamo quindi la salita superando in breve quota 1.500 in direzione verso
il rifugio Citelli che si raggiunge molto agevolmente in pochi minuti di marcia.
Raggiunta quindi quota 1.750 approdiamo in un ampio piazzale contornato da pini e abeti con al centro il solo edifico del Rifugio.
Posteggiate le moto percorriamo a piedi gli ultimi metri che ci separano dalla rocca dove è posto il Rifugio e di colpo ci troviamo
difronte ad un panorama davvero inatteso da mozzare il fiato, sotto di noi un panorama davvero sconfinato, non esiste alcun ostacolo alla nostra vista che sembra estendersi fino ai confini del mondo,
ancora
una volta ci troviamo in difficoltà per trovare gli aggettivi adatti a tale spettacolo.
La strada del rientro purtroppo non ci appare altrettanto interessante e indimenticabile, ma sicuramente
la causa è solamente psicologica, resteranno sicuramente impressi nella memoria l'eccezionale salubrità
dell'aria, quei panorami davvero unici e quelle curve che difficilmente ritroveremo altrove.
Unico accorgimento che suggeriamo è di effettuare questa gita con i favori del tempo, particolarmente
nelle giornate terse.
Con i nostri auguri di buon divertimento il costante invito alla prudenza.
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