Tunisia   27/05 - 04/06  2002

Cronache di viaggio
e

Reportage immagini


1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18

Tutto comincia con un sognante lavoro di mesi e voglia di vedere e sentire…!
L’Africa Twin Club Sicilia ha organizzato 8 giorni in Tunisia per l’intera visita del paese. Si sono uniti altri mezzi a testimonianza che gli amici con la voglia di viaggiare esistono e sono sempre disponibili a condividere anche i momenti di difficoltà.
Eccoci al porto di Trapani la mattina del 27 Maggio 2002: due gruppi di “equipaggiati” motociclisti provenienti perlopiù dal Catanese e dal Palermitano.
Espletate le formalità di imbarco ci troviamo a bordo della nave Toscana della Tirrenia e si salpa alla volta della costa tunisina.
27/05/02 Arrivati verso le ore del tramonto ci si avvia verso l’autostrada per la prima notte da trascorrere ad Hammamet (primo svincolo autostradale imboccato male da parte del leader del gruppo con conseguente pericolosa fermata in due gruppi a cavallo del bivio –non me ne vogliate avevo letto “Hammam Lift” invece di “Hammamet”-).
Si arriva finalmente all’albergo dopo un viaggio in autostrada sotto un fastidiosissimo vento laterale che ci costringeva ad andature inclinate.
28/05/02 Si parte per Kairouan di buon’ora per la visita alla Medina ed alla città Santa dell’Islam. Non appena alla periferia della città veniamo prelevati (alla lettera) dal solito Alì di turno che con la scusa di guidarci per la Medina alla fine ci porta nelle spire del venditore di tappeti. Almeno un piccolo giro ce lo ha fatto fare mostrandoci alcuni artigianali laboratori di tappeti e lavorazione del legno d’ulivo. Dopo un buon te alla menta offerto dal venditore di tappeti nella speranza che facessimo degli acquisti riusciamo a defilarci con la scusa che <<il tappeto sulla moto dove lo metto?>>
Finalmente scaricato Alì ed il venditore decidiamo di visitare quello che è possibile della città e quindi la moschea.
Sotto il caldo delle ore 13.00 si parte alla volta di Tozeur (mega tappa di 400 km circa) per addentrarci nel Sud Tunisia.
Percorsi circa 170 km si fa sosta presso un locale, che come tanti si trovano lungo le strade assolate del sud, per rifocillarci (fame da lupi) e quindi a sbranare l’agnello cotto alla brace le cui pelli pendevano in bella vista per attirare i clienti, con Teresa e Sergio che compiangevano gli animali uccisi (anche loro però hanno goduto dell’ottimo sapore del pranzo). Foto di rito con thè alla menta offerto e la caffettiera di Francesco (da ora in poi “EtaBeta” ché dal suo marsupio tirava fuori la qualsiasi cosa) che ha fatto quel caffè espresso italiano al quale noi siamo abituati ma che in Tunisia è difficile da trovare specie in queste zone.
Si riparte per la rimanenza dei km facendo una ulteriore tappa nel paese di Gafsa per un altro buon thè e scaricare la tensione della guida. Ancora sui sellini delle nostre moto per l’ultimo pezzo di strada.
Sarà stata la stanchezza assieme al vento che imperterrito non ci ha voluto abbandonare che ecco Walter (da ora in poi “Waiter” o “padre pio”) librarsi in aria come un leggero uccellino alla modica velocità di 120 km/h abbandonato dalla sua fedele @ ed atterrare sull’asfalto collaudando la ottima giacca Spidi e relative protezioni. Waiter non si è fatto nulla scivolando sull’asfalto se non una leggera contusione al gomito destro (avrete capito perché è stato anche chiamato padre pio!); l’@ invece scintillando sull’asfalto è finita in un fossato laterale riportando una “leggera distorsione al wing-rag GiVi con conseguente rottura del supporto della valigia destra e sfondamento della stessa valigia” nonché rottura della leva del freno anteriore e piegature del pedalino. Siamo presso il centro abitato di Metlaoui e la polizia tunisina che è sempre stata molto disponibile, ha scortato il malcapitato in ospedale per le cure e gli accertamenti necessari mentre dopo ci ha raccomandato il meccanico locale alla riparazione del mezzo.
Riparazione effettuata sotto una gran paura del proprietario il quale inizialmente ha espresso la volontà di un immediato rientro a casa (“sti cazzi”, sfiderei chiunque a rimanere calmo dopo un volo in terra straniera alla sua velocità e senza riportare alcunché). Il wing-rag è stato sistemato e lo stesso la leva del freno con un tubo inserito nel moncherino rimanente e rivettato.
Congratulazioni a Waiter e alla inventiva del “carrozziere” tunisino.
Finalmente si riprende il viaggio rimanente per Tozeur……….. credereste voi, ma ecco che l’@ di Andrea (da ora in poi “James Bond” –per la sua apparente eterna calma emozionale-) fa i capricci: impianto elettrico??
Nessun problema, assieme a Sergio (da ora in poi “Mac Gyver” –mille ed una risorsa elettronica: dovreste vedere il suo Pan European dalle mille spie e luci e contanonsochè che ha montato a bordo) si bypassa qualcosa e col buio si riprende la strada. Finalmente eccoci a Tozeur. Cena e letto dopo la giornata memorabile.
29/05/02 Sveglia presto perché Pino (da ora in poi “Presidente”) stressa con i suoi orari calcolati al km e ritiene giusto avviarsi senza perdere tempo alla volta delle oasi di montagna a Tamerza. I bagagli rimangono in hotel per essere recuperati dopo.
La giacca di Waiter viene riparata come anche la borsa GiVi con l’ineguagliabile nastro americano (avrei voluto allo stesso modo riparare anche il suo morale che è molto giù e mi rende triste e preoccupato ma ecco che il vero spirito di gruppo nasce per sostenere il nostro compagno in ogni modo possibile –grazie ragazzi, è qui che realmente ci dimostriamo!) e si parte.
Panorami bellissimi lungo la strada e strade bellissime da percorrere: ecco la vera Tunisina che cercavamo. Un’oasi con cascate e …….. i soliti venditori di tutto. Il Presidente inizia la sua arte del baratto……. con buoni risultati!
Pranzo in loco e dopo il recupero dei bagagli si cerca di partire per Douz… Altro piccolo inconveniente il GS di Ciccio ha rotto 3 raggi posteriori di cui 1 andato perso.
Nessun problema: Ciccio smonta la ruota, blocca con fascette gli altri due nella speranza che ……….
Sotto quel bel sole (40 °C) finalmente eccoci fuori Tozeur e lungo la strada che attraversa lo Chott Djerid verso Kebili è già pomeriggio inoltrato.
È un paesaggio che ci tiene incantati per un pezzo: in lontananza sembra un miraggio ed effettivamente lo è perché non appena si vela il sole esso sparisce.
La strada che passa sullo Chott è lunga e diritta e ci fermiamo a fare delle foto. In questa stagione purtroppo non ci è possibile percorrerlo su pista perché ancora troppo morbido e zuppo d’acqua ma l’asfalto “lascia il passo ad una strada bianca e facilmente percorribile” che attraversiamo anche oltre i 120 km/h, con le nostra moto cariche e spessissimo stando in piedi sui pedalini. Oltre lo Chott sosta per rincontraci e scambiare le impressioni. Chi si alleggerisce di liquidi in eccesso e chi invece reintegra gli stessi.
Di nuovo in sella per gli ultimi km verso Douz. Vi arriviamo con il buio. Un buon tuffo in piscina a riprenderci e dopo una doccia tutti a cena pronti per un nuovo giorno.
30/05/02 Sempre lui il Presidente che preme per gli orari da rispettare e finalmente visitiamo il souk di Douz:mercato della qualunque: cibo, oggetti di ogni tipo e quadrupedi vari, dromedari compresi. Un mix di colori e profumi che ci rapiscono fino a tarda ora. Si inoltra già il pomeriggio e ci rimettiamo sulla strada per la parte della giornata che vivremo in maniera molto intensa.
Ci dirigiamo sulla strada verso Matmata che non raggiungeremo oggi ma svoltiamo a destra per la “Pipe Line” verso Ksar Ghilane. Questo sarà un nome che ci rimarrà impresso nei cuori per lunghissimo tempo perché a parlarne ed a sentirlo rinverdirà i ricordi di sudore e momenti di sofferenza sotto il sole d’Africa che ci hanno visto tutti molto uniti e vicini.
La famosa “strada che lascia il passo…” rimarrà ancora rimbombante nelle orecchie di tutti noi sia per la difficoltà a volerla percorrere tutti assieme sia per la ilarità che il ritrovato ottimismo (grazie a Dio) di Waiter assieme a Dario ed a Ciccio nonché alle ragazze.
Qui si cimenta il grande Mac Gyver che col suo Pan 1100 ostinatamente ma anche per spirito di avventura ed orgoglio innato (vecchio possessore di 2 @) percorrerà fino la famoso bar Bir Soltane: luogo di tappe e stracolmo di biglietti da visita (compreso quello del ATClub Italia arancione con le firme datate fine anno 2001) assieme al nostro bigliettino ed al nostro adesivo del Club.
L’enorme moto guidata da Sergio viaggiava non senza problemi di insabbiamento e sia il Presidente che EtaBeta sostenevano e sospingevano per fuoriuscire dalla sabbia finissima e poco compatta visto anche l’orario ed il caldo.
Più avanti Waiter sosteneva psicologicamente (ma anche materialmente) il GS Adventure di Salvo (da ora in poi detto “il Papa” perché nell’attraversamento dei vari e tanti paesini lungo la strada finora percorsa, lui con la sua mano sinistra salutava –con fare da benedizione- i popoli incontrati sebbene a volte questi ultimi non lo “cagavano” neanche) che con i suoi appena 3000 km e conseguentemente poca esperienza di guida su sterrato “abbuccava” spesso e costantemente nei sabbioni. Tutti gli altri erano invece volati avanti ed entusiasti ci aspettavano al bar citato.
Le incazzature di Mac Gyver e la preoccupazione della sua compagna di viaggio Teresa (da ora in poi “l’innamorata”) che all’occasione è stata ospite della sella del Presidente hanno scandito questi primi 32 km di pista.
Finalmente giunti a Bir Soltane accolti dagli altri che già avevano (probabilmente) schiacciato un pisolino in attesa ci siamo rifocillati con liquidi vari e ci siamo riuniti per un consiglio decisionale: proseguire in quelle (se non peggio) condizioni? Ritornare indietro? Dividerci lasciando ferme lì le moto che non potevano proseguire o di coloro che non se la sentivano a proseguire? Volontariamente lasciare tutte le moto anche per spirito di gruppo e trovare un accompagnamento fino a Ksar Ghilane?
Lo saprete più avanti!
Finalmente a Ksar Ghilane ormai col buio prendiamo possesso delle nostre tende climatizzate di Pansea e dopo un buon tuffo in piscina a scaricare la quantità di sabbia incollata addosso, ecco la cena. Nessuno spettacolo tipico locale (come da programma) perché siamo arrivati troppo tardi, ma lo spettacolo di una notte nel deserto è sempre una cosa che rimane impressa. La natura è lì. Qualcosa di mai visto attrae sempre e il ricordo di vedere le stelle lungo la linea dell’orizzonte verso la distesa del mare di sabbia ci accompagnerà per tanto tempo.
31/05/02 La mattina ci vede di buon ora a fare foto all’oasi termale (domandate a Waiter cosa ne pensa?!) ed alla distesa di sabbia e dopo colazione per le 10.30 sempre su faticosa sollecitazione di quel rompi.. del Presidente ci imbarchiamo sui nostri mezzi per il rientro sulla pista.
Di quali mezzi avete capito??? Ebbene si! Alla fine fra sbotti e proposte impossibili, all'unanimità abbiamo deciso di farci l'ultimo tratto su dei comodissimi (!!) pick-up (avete presente quei camionicini usati per trasportare le pecore?) e carichi dei nostri bagagli siamo stati accompagnati all’accampamento. I motivi di questa scelta sono stati diversi tra i quali: -siamo partiti con i bagagli invece di affittare un mezzo di supporto, -tre di noi avevano un passeggero, -tutti avevamo coperture stradali che avrebbero reso difficoltoso il superamento dei sabbioni esistenti in quella seconda parte di percorso. Il divertimento però non è stato di meno.
Le nostre moto, nel mentre, hanno trascorso la notte in un ovile sorvegliate dal pastore-barista del Bir Soltane.
Il vento della notte con la sabbia non ha creato alcun problema perché avevamo otturato le varie prese d’aria, compresi gli scarichi delle marmitte, e nastrato anche i blocchetti della accensione.
Piccola sosta al bar e cambio della guardia alla scorta del Pan con Dario e Ciccio mentre gli altri a volare in pista alla velocità di 100 km/h sulla sabbia. Qui EtaBeta ha scoperto che la moto si può guidare anche sui pedalini! Entusiasmo finale quando finalmente abbiamo toccato l’asfalto (credo che più che altro fosse il pensiero che potesse succedere ancora qualcosa di inaspettato). Pacche sulle spalle anche da parte dell’equilibratissimo Lorenzo (da ora in poi “Gippee”).
Anche qui però un piccolo episodio di caduta da parte di Dario che guidando a bassa velocità (40 km/h) per aspettare il Pan, rimbalza su due sassi e rovina senza grandi conseguenze (se fosse andato più veloce la “nave del deserto” non avrebbe avuto questa reazione) se non morali (giustamente). Ma l’umore rimane sempre alto!
Si aspettano gli altri e si riparte alla volta di Matmata che viene raggiunta in breve attraversando paesaggi da film con ciuffi di palme in radure desertiche.
Matmata: le sue case troglodite scavate nel terreno in modo da poter godere della frescura d’estate, luogo scelto per alcune scene del film “Guerre Stellari”.
Da qui comincia la risalita verso la costa e verso Tunisi.
Ci dirigiamo a Sfax passando per Gabes ed i suoi immensi palmeti da datteri dove arriviamo di buon ora e prendiamo posto in hotel.
Sfax è una città industriale, il traffico, i rumori……. dopo tanto silenzio ci disorientano e siamo un pò tristi al ricordo di quello che abbiamo lasciato alle spalle.
01/06/02 La Medina di Sfax una delle più belle e grandi di tutta la Tunisia. Un grazie ad Angela che con la sua guida portatile ha fatto in modo da non perderci in quel labirinto di viuzze e popolazione. Acquisti e baratti e verso El-Jem a vedere il colosseo tunisino.
Nel pomeriggio inoltrato quindi verso Sousse (ormai siamo nella Tunisia occidentalizzata e la cosa comincia a piacerci meno) dove arriviamo presto e possiamo organizzarci per fare una passeggiata in città sul lungomare.
Serata in locale tipico ad assaggiare le saporite pietanze locali.
02/06/02 Si parte alla volta di Monastir bellissima località sulla costa nota per il mausoleo dedicato al primo presidente tunisino Bourghiba e per il Ribat antica fortezza ora museo. Sempre altre compere ed eccoci in partenza per Tunisi lungo l’autostrada battuta dal vento che non ci ha mai lontanamente abbandonato.
Arrivo nel pomeriggio e dopo una doccia, pungolati dal solito Presidente alla celerità, in moto per vedere le rovine di Cartagine (dove arriviamo in ritardo!) e la cittadina di Sidi-Bou-Said con le sue tipiche casette dalle finestre tinte di blu come il cielo.
In serata abbuffata in locale tipico (qualcuno lo definirebbe diversamente) scelto dall’attento EtaBeta e poi a letto pronti per l’ultima giornata.
03/06/02 Sveglia e partenza per la Medina di Tunisi scortati dalla instancabile Angela col suo imperdibile libro-guida. Visita, foto ed acquisti fra battute, ricordi e risate: il gruppo per ovvi motivi si divide augurandosi di ritrovarsi in hotel per la prima partita ai mondiali dell’Italia nel primo pomeriggio. E così sia!
Bagagli pronti, ultime riprese e foto. Il Presidente nel provare la GS Adventure del Papa (detta Papamobile) “abbatte” quasi da fermo perché non abituato alla lentezza di risposta del comando del gas rispetto alla scattante @, con figura ilare ed ulteriore motivo di battute da parte dei soliti noti (leggi Waiter, Dario e Ciccio).
Waiter consiglia al Papa l’acquisto di un importante accessorio per la sua Papamobile e cioè un paio di molle laterali da montare in caso di caduta volontaria e non fornite di serie dalla marca produttrice!
Alle ore 19.30 espletate le operazioni di dogana si imbarca alla volta di Trapani dove si arriva la mattina seguente.
04/06/02 Il viaggio qui finisce dopo l’ultima colazione assieme. Il gruppo viaggia unito fino a Palermo dove si dimezza per proseguire verso Catania.
Inutile dire che l’emozione dei saluti è tanta e sincera come non mai alla partenza.
Trascorrere un periodo assieme così pieno di immagini, scoperte, emozioni, risate, arrabbiature ma sempre vincenti e compatti alla volontà unitaria è stato un successo personale oltre che di gruppo.
Si è creata una piccola famiglia che porterà con se il ricordo di una terra calda, colorata, profumata e ancora da scoprire e certamente non faremo mancare occasione di rifare altri viaggi assieme per rivivere altri bei momenti e scoprire nuovi posti.

Grazie ragazzi amici miei.

Alla fine sono stati percorsi circa 2400 km e consumato (dati Africa Twin) circa 126 litri di benzina per una spesa di 92 DN pari a 70 Euro.

Il Gruppo:
Pino Farina
Dario Di Mauro
Walter Greco (Waiter)
Andrea Cutrona (James Bond)

Angela De Simone

Francesco Ventimiglia (EtaBeta)
Lorenzo Ferri (Gippee)
Sergio Chiarandà (Mac Gyver)

Teresa Aliotta (l’Innamorata)

Francesco Modica (Ciccio)

Oriana Liberto (OriaaA…na)

Salvo Parlatore (il Papa)

da sinistra:

Mac Gyver, Gippee, il Papa, Waiter, il Presidente, Ciccio, Dario, EtaBeta, James Bond.