La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, di epoca tardo romana, fu
edificata tra il III e il IV secolo d.C. e copre una superficie di oltre
3.500 metri quadrati. Inizialmente sorgeva un insediamento rustico
dotato di un impianto termale risalente al I secolo. La villa svolse il
suo ruolo di abitazione signorile sino al V secolo. Nel basso medioevo
un’alluvione seppellì tutto ricoprendola da una spessa coltre di sabbia
e fango.
Ad oggi non si hanno dati certi circa la proprietà della villa: si pensa
sia appartenuta dell'imperatore M. Valerio Massimiano (detto Herculeos
Victor), collega di Diocleziano nella gestione del Sacro Romano Impero,
forse di un potente patrizio dell'Impero, che la adibì a residenza di
caccia.
È la testimonianza della vita di allora rappresentata dalle sue
splendide decorazioni musive famose in tutto il mondo: scene di vita
quotidiana, raffigurazioni di eroi e divinità, scene di caccia e di
giochi. Si pensa furono realizzati da maestranze nord africane come
dimostra l'autenticità e la precisione con cui sono rappresentati i
luoghi e le situazioni.
Le rappresentazioni sono state orientate in modo che il lato frontale
sia rivolto sempre verso l'ingresso di ogni stanza. La struttura della
domus con le sue 48 stanze si articola attorno al peristilio
quadrangolare (luogo circondato da colonne) cui si accede dal vestibolo
(spazio dinanzi la porta esterna della villa) e la cui pavimentazione
raffigura una cerimonia di sacrificio ai Lari, le divinità protettrici
della famiglia.
Il pavimento del peristilio è interamente mosaicato con disegni di
felini, leoni, antilopi, tori, cinghiali, cavalli selvatici, cervi e
arieti all'interno di figure geometriche circolari inscritte in
quadrati. Il tutto è decorato da corone di alloro.
Le pareti esterne del portico sono interamente ricoperte da decorazioni
pittoriche mentre le pareti interne sono delimitate da colonne in
granito.
Il giardino del peristilio presenta una grande fontana composta da tre
vasche, rivestita in marmo all'esterno e in mosaico all'interno.
Al centro della vasca più grande è stata rinvenuta una base ottagonale
con una statuina marmorea.
Dal peristilio attraverso due scalinate si accede all'ambulacro meglio
conosciuto come Corridoio della Grande Caccia, relative a battute di
caccia in Africa e in Asia che i romani erano soliti fare per
approvvigionarsi di animali da esibire nei circhi. Di grande ufficialità
anche per le sue dimensioni (circa 65 metri di lunghezza), il corridoio
presenta due absidi (nicchie) colonnate, rivestimento marmoreo parietale
e un portico.
All'estremità sono rappresentate sotto forma di figure femminili le due
province estreme dell'impero romano: l'India a destra e la Mauritania a
sinistra.
Nella parte sinistra del corridoio invece, le cinque province che
formavano la diocesi dell'Africa: Bizacena, Mauretania, Numidia,
Proconsolare e Tripolitania.
Per ogni provincia è rappresentata una scena di caccia con un animale
tipico del luogo, mentre gli animali catturati vengono trasportati al
porto di Cartagine ed imbarcati. Al centro del corridoio è raffigurato
lo sbarco degli animali al porto di Ostia.
A fianco del corridoio, preceduto da un portico di forma ellittica, è
sistemato il triclinio (sala da pranzo) ovoidale mentre lungo i fianchi
del peristilio, ci sono una serie di stanze private alcune delle quali
riservate alla servitù.
Questa porzione della villa era destinata al padrone e alla sua famiglia
ed è costituita, oltre che da stanze strettamente private, anche da una
serie di ambienti di servizio. In questi ultimi predominano mosaici a
motivi geometrici e le pareti sono tutte affrescate.
La sala più celebre raffigura dieci ragazze in bikini impegnate in uno
spettacolo in onore della dea del mare Teti. Varie le competizioni
ginniche: lancio del disco, gioco con palla, esercizi coi pesi in mano e
corsa campestre. In basso a sinistra, l'incoronazione delle due
vincitrici.
Attraverso il Corridoio della Grande Caccia si accede pure alla
Basilica. L'ambiente è absidato decorato con granito rosa e il
pavimento, di cui ci è pervenuto poco, è in marmo. Anticamente anche le
pareti erano rivestite in marmo mentre al centro dell'abside si trova
un'edicola e una grande nicchia che probabilmente ospitava la statua di
Ercole, la cui testa è stata trovata presso il complesso termale.
La Basilica riveste un carattere di eccezionalità fra gli ambienti della
villa sia per la decorazione del pavimento, per cui sono stati
utilizzati marmi policromi provenienti dall'Africa, sia per la posizione
all'interno della villa stessa. La sua destinazione dovette essere
pubblica.
A sinistra della Basilica è collocato un appartamento destinato molto
probabilmente alla domina, signora della casa. Si tratta di una sala
absidata e di un cubicolo (stanza da letto) con alcova rettangolare e
decorazioni musive raffiguranti maschere teatrali, le stagioni e il
celebre medaglione centrale con gli amanti.
Sul lato destro della Basilica si trova un altro appartamento composto
da un portico semicircolare, da un cortiletto coperto, da una sala
absidata e da due vani con anticamera. Il cortiletto è pavimentato con
un elegante lastricato in calcare locale con un'edicola rivestita in
marmo che gli conferisce l'aspetto di un piccolo ninfeo.
A sinistra del portico si trova un cubicolo con alcova e relativa
anticamera. I mosaici di questi ambienti raffigurano Eros e Pan e una
caccia di animali domestici condotta da nove fanciulli che si divertono
giocando.
I pavimenti della stanza absidata e la relativa anticamera invece,
rappresentano bambini che gareggiano guidando bighe di volatili,
suonando e cantando vestiti da attori.
Dall'angolo sud-ovest del peristilio quadrangolare si accede alle terme
della domus. All'interno delle quali si trovano:
la Sala delle unzioni, piccolo ambiente quadrato i cui mosaici
ritraggono schiavi intenti a ungere il corpo dei bagnanti;
il Frigidarium a pianta ottagonale, destinato ai bagni in acqua fredda,
la cui decorazione musiva ricorda l'ambiente marino con amorini
pescatori attorniati da tritoni, ninfe e delfini;
il Tepidarium con i suoi forni che servivano a scaldare l'acqua e a
tenere caldi gli ambienti. Le pareti sono foderate da tubuli con fori
laterali per una migliore diffusione del calore tra colonna e colonna.
Dal Frigidarium si intravede la piscina ed il tratto termale
dell'acquedotto.
Vi è la Sala del Circo di forma allungata e arrotondata adibita a
palestra. Il mosaico della stanza riproduce un circo identificato con il
circo Massimo a Roma.
Passata l'edicola di Venere, luogo in cui un tempo si trovava la statua
della Dea, si raggiunge il cortile poligonale |