Viaggio all'Isola di Man

di Massimo Lombardo

 

Mal di Man

 

Era il 1988. Io, poco più che sedicenne, inverosimilmente appassionato di moto, vidi in tv delle bellissime moto, guidate da uomini eccezionali, instancabili prodi cavalieri del rischio. Lo spettacolo, quasi agghiacciante, raggelava il mio sangue.
Questi, veloci e precisi come delle lamette, con i loro bolidi, sfioravano, in modo millimetrico, muretti, aiuole, cabine telefoniche.

Danzando con le loro veloci moto, saltavano tra le molteplici irregolarità dell’asfalto, nei centri abitati e tra le colline di un luogo non comune, l’isola di Man. Quell’affascinante posto, sin dall’ora, entrò nel mio cuore, nei miei pensieri, praticamente diventò un vero e proprio chiodo fisso.

La scuola, poi il lavoro e ancora la famiglia, lasciavano nella mia mente uno spazio a lei dedicato, a lei riservato.

Il pensiero era sempre lì, in quella piccola isola della Gran Bretagna.

E giù con le molteplici letture, con i documenti, con le classifiche delle gare, dapprima iridate, che nel tempo vi si erano succedute. Le tragiche conseguenze che questa gara, un pò matta per la verità,  portava di volta in volta ai suoi partecipanti, mi rattristava, ma non mi distaccava dal pensarla, dal sognarla, dal volerla raggiungere.

E via con le collane di videocassette, di dvd, di riviste e di quant’altro, che anche marginalmente, parlasse di lei.

La sua bandiera con l’effige della Trinacria, così simile a quella della mia Sicilia, dei gatti senza coda, del suo perenne verde.

Era amore e lo fù a prima vista.

Di gare del Motomondiale, della Superbike, sparse nei vari circuiti italiani, ne ho viste tante da allora, compresa quella del gran finale di Imola del 2002, ma tutte, vi assicuro, mi lasciavano dentro un senso di vuoto, in pratica non mi appagavano. Fu proprio in quella circostanza che vidi, proprio accanto a me, alla variane bassa, un giovane indossante un cappellino del TT.

Lo guardai con senso di ammirazione ed invidia che capii, che il TT e quell’isola, erano il mio più grande sogno.

Tre giugno 2010, ore 17:30, il portellone del traghetto si poggiava su quel molo, su quel desiderio, su di un sogno voluto e finalmente realizzato.

Le ruote della mia Guzzi percorrevano quelle strade e la mia vista, appannata dalla commozione, proprio non credeva a ciò che stava vedendo.

A volte si dice che un sogno resta tale fin quanto non lo si realizza e che poi, appena realizzato, ci si rende conto che lo si era enfatizzato, ingrandito, sopravvalutato.

Beh, non è sempre così.

In cinque giorni di permanenza all’isola di Man, l’ho visitata e percorsa tutta, forse un pò distratto dall’incredulità di esservi, di sentirne i profumi e di averla amata per così tanto tempo e desiderata da altrettanto. Li vi ho trovato gente, che come me, l’ama e la rispetta. E’ vero, chi vi corre è visto un pò come un gladiatore in un arena, ma credetemi, vivere da spettatore il TT, percorrere quelle strade così ricche di storia, ti arricchisce in modo così profondo da farti amare,
ancor di più, l’essere motociclista e se fossi pilota, vi correrei.

Questa mia lettera non ha la finalità di descrivere le gesta dei funambolici piloti che ho visto sfrecciare in quelle strade nel corso delle prove e delle gare. Delle derapate, dei salti, degli sbacchettamenti e degli sfregamenti delle carene delle loro moto nelle compressioni.

Di un mondo che sembra essersi fermato a 103 anni fa, questo lo lascio fare a chi lo fa per mestiere o alle immagini dei dvd. Voglio semplicemente spronare chi, come me, per tanti anni, per tanti motivi e a volte per causa altrui, ha accantonato ed ha inseguito a distanza un sogno.

Io, finalmente, seppur con tante difficoltà, il mio sogno l’ho raggiunto, abbracciato e baciato.

Che sia Capo Nord, che sia l’Africa, che sia il sogno più bello che avete, realizzatelo!

E guardatevi dentro da quella prospettiva.

Io mi sono guardato dentro da Bray Hill e piango dalla commozione di averlo fatto.

 

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Autore testo e immagini: Massimo Lombardo - Vicepresidente Motoclub Agrigento - Classe . . . .  850 Griso.

Collaborazione operativa: Loredana  - Classe: 600 Yamaha.

 

 

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