Itinerari enologici
VERSO L’INTERNO
SS121-SS624-SS186-SS113-VALLELUNGA-ALCAMO
DI MARCELLO INGRASSIA
 
 

Catarratto e Grillo, freschissimi e profumati, preservano il varietale dei rispettivi vitigni, esprimendo benissimo il territorio e portando in bottiglia anche il finocchietto selvatico e le tante erbette aromatiche che contornano i vigneti. Sono vini che riflettono la natura schietta, ma lievemente ritrosa, di chi li fa.
I rossi sono due versioni di Nero d’Avola: una base più immediata e di semplice beva, che non dev’essere necessariamente attesa e cercata e che consegna il varietale di cappero insieme ad una fitta trama di frutta rossa matura. Quindi un cru (il Vrucara, che nasce da vigne quasi centenarie e curate singolarmente) che invece va aspettato e coccolato in cantina per qualche anno, in attesa che la sua esuberanza trovi pace, che il suo carattere si smorzi e che l’espressione diventi composta e forte.
Per chi non fosse ancora sazio, per stradine strette e poco trafficate (ma attenzione al fondo, poco curato e non sempre all’altezza di moto stradali, soprattutto se sportive) si arriva a Vallelunga, da dove si possono raggiungere le tenute Regaleali (Tasca d’Almerita), che non hanno bisogno di presentazioni (SS121 Palermo-Catania).
La bellezza dei vigneti e dell’antico baglio basta già a giustificare una visita che, con i vini, si completa in maniera eccellente. Segnalo in particolare l’ottimo Chardonnay, ma è una punta d’eccellenza in una gamma completa e senza troppe cadute di tono (il Leone d’Almerita, per esempio, è un ottimo prodotto nella sua fascia di prezzo). Meritano certamente un assaggio il Rosso del Conte ed il Cabernet Sauvignon, entrambe bottiglie di una certa levatura e di prezzo corrispondente.
Da Vallelunga a Valledolmo il tragitto è breve e serve a visitare l’azienda Castellucci Miano. Gestita con amore, consiste in una miriade di piccole particelle anche lontane fra loro, da cui originano vini affascinanti ed eleganti, a base soprattutto di Catarratto (il Miano) e Perricone (l’etichetta è PerricOne, dai profumi complessi e fruttati).

E’ tempo di rientrare, e da Valledolmo la soluzione più semplice è la SS121, tortuosa e godibile, in direzione di Palermo. Il percorso si velocizza dopo Alia, quando la statale ridiventa la Palermo-Agrigento (SS121-SS189), piuttosto scorrevole ma trafficata e pericolosa. Anche ricca di autovelox, per cui le ragioni per essere prudenti non mancano. Giunti a Palermo, la migliore alternativa è di prendere ancora la SS624 in direzione di Sciacca, per poi uscire, dopo meno di 15 km, allo svincolo per Giacalone e Partinico.
Da lì imboccare la SS186, tortuosa, stretta e panoramica, per ricongiungersi, a Partinico, alla SS113 da imboccare in direzione Trapani. Ultima sosta, prima di rientrare ad Alcamo, presso la Cantina Sociale Sant’Antonio. E’ veramente difficile fare buoni vini in una cantina sociale, per cui è ancora più da apprezzare l’opera svolta, nel corso di lunghi anni di lavoro onesto, da chi ne ha portato avanti la gestione. Ora, con l’apporto tecnico di Giovanni Angileri, si realizzano vini a prezzi tanto bassi da essere imbarazzanti (il confronto con la benzina, per esempio, fa capire cosa ne è della viticoltura siciliana), ma che non hanno troppo da invidiare a bottiglie di ben altra fascia di mercato.
Il Catarratto è fresco, ricco di note agrumate, con la giusta nota amara del varietale. Ben fatto anche il Grillo, mentre è più piacione e morbido lo Chardonnay. Tra i rossi, il Nero d’Avola è più fresco e semplice, mentre Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah sono estremamente potenti.
Un bell’esempio di cosa possono dare le nostre bistrattate campagne quando l’azione dei singoli produttori ha un minimo di coordinazione curata da persone valide.

Carta geografica Sicilia est.

Proprietà letteraria: Marcello Ingrassia - ingrassiamarcello@gmail.com  

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