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Vista la mia residenza, i giri proposti hanno
un’impostazione “alcamocentrica” che mi perdonerete !
Partendo da
Alcamo, quindi, la cosa migliore da fare per iniziare è imboccare
Corso dei Mille e seguirlo oltre i confini dell’abitato,
ritrovandosi sulla SS119 in direzione Castelvetrano.
La strada è abbastanza ben tenuta, offre delle vedute rurali molto
belle ed ha un tracciato godibilmente tortuoso ma non lento,
soprattutto per la prima ventina di km. Ma già appena dopo il
chilometro 5 basta svoltare a destra per trovare le cantine Ceuso,
che certamente meritano una sosta.
Con la sede in un baglio recentemente ristrutturato, le cantine
offrono una gamma di vini che da oltre 15 anni mantiene un buon
livello qualitativo, nel rispetto dei vitigni utilizzati.
L’esordio è avvenuto nel 1995, con un rosso (appunto, il Ceuso)
molto strutturato ed abbastanza longevo, che dà il meglio di sé dopo
qualche anno in bottiglia. Ancora disponibile e molto ben fatto il
bianco Scurati, di cui però non uscirà la nuova annata, giudicata
dai responsabili non all’altezza della precedente (ma, avendola
degustata, dico che non aveva particolari difetti, mantenendo gran
parte dei pregi di freschezza e corredo gusto-olfattivo).
E’ possibile concordare visite con degustazione e spuntini, inoltre
la struttura è in corso di ampliamento con l’aggiunta di una zona
esclusivamente dedicata all’ospitalità. Continuando sulla SS 119 in
direzione di Castelvetrano, si supera sulla sinistra lo svincolo per
la SS 624 Palermo-Sciacca, quindi si svolta a destra qualche
centinaio di metri dopo, seguendo l’indicazione per Gibellina.
Da lì si guida per circa 10 km di strada stretta ma in buone
condizioni, che attraversa una campagna curata e di bell’aspetto. Si
giunge quindi a Gibellina Nuova, dove si può approfittare per un
giretto esploratore di questo progetto urbanistico ed artistico a
suo tempo portato avanti dall’illuminato - e recentemente scomparso
- Ludovico Corrao.
Per farsi un’idea del progetto di Corrao, va bene una visita alla
Fondazione Orestiadi, alle numerose opere d’arte sparse per le vie,
quindi anche al cimitero dove è sepolto anche Pietro Consagra,
l’autore della monumentale stella posta all’ingresso del paese dal
lato di Salemi. Ma il nostro itinerario continua invece in direzione
di Santa Ninfa, seguendo una strada che sale fluida ed apre davanti
ai nostri occhi panorami sempre più ampi.
Poco prima di giungere al paese, sulla destra si scorge la stradella
che porta alle cantine Funaro. Azienda giovane, la cui linea è
improntata alla freschezza ed alla bevibilità, con un’ottima base d’Insolia
che trova parte in molti dei loro bianchi. Anche lo Zibibbo,
coltivato appena fuori dalla cantina, ha una freschezza che lo
distingue nettamente dalle realizzazioni pantesche.
Merita una nota la cantina, realizzata con criteri ecologici, con lo
sfruttamento di energie alternative, in linea con l’idea di
conduzione biologica che impronta la produzione delle uve. Segnalo
anche una splendida zona d’accoglienza, con vista strepitosa sulla
valle.
Ma è tempo di riprendere la strada, esattamente in direzione di
Salemi.
A parte la visita al paese, mi permetto di consigliare una sosta al
ristorante “La Giummara”, dove l’uso di ottima materia prima e la
cucina onesta si abbinano a porzioni abbondanti e prezzi veramente
contenuti.
L’accoglienza amichevole in sala dei fratelli Nino e Stefano
(Giuseppe, il terzo, è in cucina), renderà ancora più piacevole la
sosta.
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Proprietà letteraria:
Marcello Ingrassia -
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